Escursioni, Sentieri e Trekking
Fortezza San Giorgio, Punta Bella Vista, Lo Zurletto

Del Forte S. Giorgio potremo osservare il pozzo e i canali di raccolta, i palmenti, le garitte di guardia, i possenti bastioni e il camminamento che termina al mare con la Torre del Bagno. I terrazzamenti erbosi della "Piscina" offrono possibilità di osservazioni ornitologiche molto interessanti. Una sosta obbligata sulla "terrazza" di Bellavista per godere del panorama delle scoscese pendici orientali del Monte Campanile. La Cala dello Zurletto ci darà un assaggio della limpidezza e della trasparenza del mare di Capraia.
Approfondimenti: I Palmenti del Castello
Sentiero del Reganico

Il sentiero parte dalla piccola cava dismessa lungo la strada del Semaforo. È un vero e proprio percorso botanico: dalla Macchia alta a Corbezzolo, Mirto, Lentisco e Erica, al Cisto Marino fino alle aromatiche come il Rosmarino, la Lavandula, l’Elicriso, il Marum che fanno di questo itinerario una galleria di profumi. Ma la bellezza di questo breve itinerario è che con un 1 ora c.a di cammino offre un campionario di buona parte delle peculiarità isolane: qui c’è di tutto un po’ dall’ambiente umido di un corso d’acqua a questo aspro e eroso delle scogliere e delle grotte, dai terrazzamenti alle sculture naturali delle rocce, dal Monte Campanile al mare della Cala dello Zurletto.
Il Sentiero del Reganico
Paese - Monte Arpagna – Punta dello Zenobito



Un viaggio nel cuore selvaggio di Capraia su un’antica mulattiera in pietra che conduce all’estremo sud dell’isola. Per lunghi tratti, un tunnel di macchia mediterranea rende ombrosa e fresca questa passeggiata impegnativa, fatta di salite impervie e discese scoscese. La fatica sarà comunque ricompensata dai panorami mozzafiato che si aprono sul mare e sulle sue vallate, più dolci quelle di levante, a precipizio quelle di ponente. Superati le costruzioni dell’ "Alloggio del Capo e quello dei Marinai", in cima al Monte Arpagna ci aspetta il Semaforo, resti di edifici ad uso della Marina Militare. Dall'Arpagna il panorama è splendido ma la massiccia mole della Torre dello Zenobito (1545) ci invita a proseguire su un sentiero appena tracciato e cosparso di “ometti di pietra” che ci indicano il percorso. Arrivi giù e cammini sul corpo di un vulcano, il paesaggio è eclatante, scegli una pietra su cui sederti e ti abbandoni al fasto primordiale all’ energia che sale dalla terra e dal mare. Un antico sentiero del ‘500 sale e scende tra le ampie vallate della costa di levante ti riporta al Paese. (durata 7 ore c.a. itinerario molto impegnativo)
Approfondimenti: Lo Zenobito
Laghetto - Monte Le Penne - Colonia Penale Agricola

È l'itinerario più significativo ed emozionante, un percorso ad anello che offre scorci panoramici di indiscussa bellezza. Lungo la vecchia mulattiera attraverso un tunnel nella macchia a Erica e Corbezzolo si arriva alla Sella dell'Acciattore con piante di Asfodelo, Rosmarino e interessanti endemismi sardo-corsi. Improvvisamente si apre il panorama del piccolo Laghetto: l'unico invaso naturale dell'Arcipelago che in primavera si ricopre di bianchi fiori di Ranuncolo acquatico. Un piccolo sentiero in costa conduce fino al Monte Le Penne: una finestra sulle altre isole e sulla Corsica, siamo a 420 mt a picco sul mare! Continuando verso nord, attraversato il muro che "simbolicamente" definiva la zona, si entra nella parte dell'isola che per 100 anni ha ospitato la Colonia Penale Agricola. Il sentiero di Monte Castello scende ripidamente fino alla prima costruzione, la Lavanderia, da lì la strada vi conduce al Porto, attraversando il territorio e le varie “diramazioni” dell’ex-carcere: ormai siete in discesa, godetevi il panorama!
Approfondimenti
L’Aghiale – Punta del Dattero



Una strada a tornanti, panoramica sulla baia del porto e sul paese, conduce nell’area nord dell’Isola, occupata fino al 1986 dalla Colonia Penale; si attraversano le varie "diramazioni": "l'Aghiale" con le celle, la mensa e gli alloggi per le guardie carcerarie, la stalla e i pollai in Loc. Portovecchio, l'Ovile, gli Orti Grandi: una vallata interamente terrazzata con monumentali e secolari muri a secco. Gli scenari che si aprono ai visitatori, oltre a essere suggestivi dal punto di vista paesaggistico e ricchi di spunti per interessanti osservazioni naturalistiche, sono anche impregnati da un’atmosfera di mistero e di solitudine che le costruzioni, ormai abbandonate, evocano.
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Da Porto Vecchio alla Punta della Teglia

L’antico sentiero che collega Porto Vecchio alla Punta della Teglia è stato riaperto nella primavera del 2008 dagli studenti delle "Scuole Outdoor in Rete".
Il sentiero corre lungo la costa settentrionale e offre spettacolari scorci della Cala di Porto Vecchio, di Monte Capo, della Cala della Mortola e della Punta della Teglia, fino alla Torre delle Barbici (1699).
Inizia poco dopo il cancello dell’agriturismo Valle di Portovecchio, nei territori dell'Ex Carcere, e continua verso nord in un sali e scendi lungo costa. Il mare vi accompagna lungo tutto il percorso e qui passa dal colore verde chiaro della Mortola al blu più profondo degli scogli delle Formiche.
Dopo un tratto di vegetazione più alta appare la Torre delle Barbici, affascinante costruzione a base quadrata, oggi in precarie condizioni strutturali anche a causa della forte erosione. La zona è frequentata dai Mufloni e, durante la primavera, da una rumorosa colonia di Gabbiani reali e dalla fioritura del Giglio di Mare Illirico e dell’Asfodelo. Dalla torre (nella quale è bene non entrare) è possibile raggiungere il mare per fare il bagno scendendo lungo la scogliera. Durata: Porto - Teglia 3 ore c.a. Difficoltà media.
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